I verbi
Shalom, carissimi amici e lettori di Vivi Israele. Oggi parliamo dei verbi (פעלים), lo scoglio più difficile da valicare per ogni lingua straniera, con l’ebraico che non fa certo eccezione. Studiare i verbi non è semplice, ma con un po’ di buon volontà e di pratica ci si può riuscire. Naturalmente, non si potrà esaurire tutto in un solo articolo il discorso, visto che ci vorrebbe un libro solo per loro. Iniziamo.
In ebraico i verbi sono tutti costituiti da radicali trilitteri e occasionalmente quadrilitteri. Si tratta di consonanti che possono includere lettere gutturali o silenziose (tipo: א,ע). I tempi sono 3: presente, passato e futuro, che vengono creati da una differente vocalizzazione delle tre o quattro lettere della radice. Quindi, con l’inserimento di vocali e spesso anche di suffissi o prefissi, ma la radice resta sempre la stessa. Ad esempio: il passato si ottiene aggiungendo un suffisso; il futuro aggiungendo un prefisso e un suffisso diversi. In teoria esiste anche un imperativo (tzivui), che tuttavia deriva dal futuro. In ebraico, tra l’altro, spesso l’imperativo è reso proprio dal futuro, se non si tratta proprio di un ordine o qualcosa del genere. “Spegni la luce prima di uscire”, si potrebbe dire “Tu spegnerai la luce prima di uscire”
Partiamo con il presente
La formazione del verbo al presente può avvenire in modi diversi. Per il momento ci limitiamo a illustrare due tipi di verbi: uno in cui la radice non acquista il prefisso, e un altro dove, invece, l’acquista
La costruzione del verbo è diversa rispetto all’italiano: ci sono infatti 4 forme del verbo:
Singolare maschile e singolare femminile
Plurale maschile e plurale femminile
E quando, ad esempio, si dice: “Io vado”, può significare anche “sto andando”; oppure “Egli va” è uguale a “egli sta andando”.
Studiamo appunto una costruzione, quella del verbo andare, camminare: la cui radice è הלך, che non prenderà un prefisso nel presente. Per formare questo tempo, tuttavia, si aggiungerà una vav (ו), tra la prima e la seconda lettera della radice, mentre è previsto l’inserimento di un suffisso per il singolare femminile e il plurale maschile e femminile.
Io vado (maschile) אני הולך Ani holekh
Io vado (femminile) אני הולכת Ani holekhet
Tu vai (maschile) אתה הולך Atà holekh
Tu vai (femminile) את הולכת At holekhet
Egli va (maschile) הוא הולך Hu holekh
Ella va (femminile) היא הולכת Hi holekhet
Noi andiamo (maschile) אנחנו הולכים Anankhnu holkhim
Noi andiamo (femminile) אנחנו הולכות Anankhnu holkhot
Voi andate (maschile) אתם הולכים Atem holkhim
Voi andate (femminile) אתן הולכות Aten holkhot
Essi vanno (maschile) הם הולכים Hem holkhim
Esse vanno (femminile) הן הולכות Hen holkhot
- Un verbo in cui, nel presente, viene inserito un prefisso è דבר “parlare”, che appartiene al binyan pi’el בניין פִּעֵל. Vi rimando QUI al tutorial per lo studio dei 7 binyanim (ovvero costrutti del verbo). Il prefisso, in questo caso, è dato da una mem (מ)
Maschile singolare: Io parlo, tu parli, egli parla אני, אתא, הוא מדבר (medaber)
Femminile singolare: Io parlo, tu parli, ella parla אני, את, היא מדברת (medaberet)
Maschile plurale: Noi parliamo, voi parlate, essi parlano אנחנו, אתם, המ מדברים (medabrim)
Femminile plurale: Noi parliamo, voi parlate, esse parlano אנחנו, אתן, הן מדברות (medabrot)
Altri verbi che hanno una analoga costruzione sono: שלם (pagare, משלם, meshalem) e בקש (chiedere, richiedere, מבקש, mevaqesh).
Esistono molte regole per imparare bene i verbi in ebraico, ma è anche vero che ogni verbo ha una storia a sé stante. Non a caso esistono dei libri – soprattutto in lingua inglese – riportano la coniugazione dei verbi, suddivisi per radice. Uno di questi, il più conosciuto, è il “501 Hebrew Verbs” della Barron’s.