Ghematriah
Ghematriah (גימטריה) – termine che molti conoscono, di riflesso, avendo studiato o avendo sentito parlare di Kabbalah – è in realtà una parola mutuata dal greco, che significa “numerologia” e che ha dato origine alla nostra geometria, anche se invece di misurare i corpi, calcola il valore numerico delle parole.
E sì, perché ogni lettera dell’alfabeto ebraico corrisponde anche a un preciso numero. Quindi, se volete davvero avvicinarvi a questa dottrina, tutt’altro che facile, dovete prima imparare a scrivere i numeri con lettere.
Strano, vero? Eppure, in Israele è abituale scrivere auguri e congratulazioni per mezzo della ghematriah, un modo per mettere alla prova la propria ingegnosità e per mostrare la propria intelligenza.
Partiamo, dunque, con un esempio facile facile (in fondo troverete la tabella, con il valore numerico per ciascuna lettera): חי (khai) è la parola che significa vivo, vivente, essere vivente e il suo valore è: 10+8 = 18. Questo perchè la (khet) ח vale 8 e la י (yod) vale 10.
Per questo, il numero diciotto è considerato di buon auspicio. Così come abitare al civico diciotto di una strada ed è usanza donare somme in denaro che siano un multiplo di questa cifra.
Scrivere con le lettere
Bene. A questo punto, prima di iniziare ad occuparci di ghematria, converrebbe fare un po’ di pratica con le lettere. Scrivere fino a 10 è un’impresa piuttosto semplice, perché le prime dieci lettere dell’alfabeto ebraico corrispondono ai primi dieci numeri. Come si scriverà l’undici? Semplice: 10+1, dunque la yod י più la א. Vale a dire: י’’א. I due aprostrofini sono necessari per indicare che quello che state leggendo è un numero e non una parola.
Come si scriverà 25? Visto che la lettera (khaf) כ è pari a 20 e la (he) ה al 5, avremo: כ’’ה.
Le centinaia
Ora proviamo con le centinaia. Esempio: 365. Visto che la shin ש vale 300; la samech ס vale 60 e la ה vale 5, sarà: שס’’ה.
Quindi: da destra a sinistra si scrivono prima le centinaia, poi le decine e infine le unità.
Ma come si può notare: la tav ת, ultima lettera dell’alfabeto, corrisponde a 400. E poi? Se la cifra è più alta? Si compongono i numeri con le altre lettere, usando sempre i valori numerici più elevati.
Esempio: 732. Il numero sarà composto da 400+300+30+2 ovvero: תשל’’ב
Per le migliaia
davanti al numero si aggiunge la aleph più l’apostrofo ‘א per le cifre da 1000 a 1999; la bet più apostrofo ‘ב per le cifre tra 2000 e 2999 e via dicendo con le altre lettere dell’alfabeto.
Curiosità: i numeri 15 e 16 non si scrivono come da convenzione, rispettivamente י’’ה e י’’ו, perché significherebbe scrivere il nome di D*o abbreviato (il tetragrammatron, infatti, è: יהוה. Dunque, per evitare coincidenze, anziché scrivere 10+5 e 10+6, si scriverà: 9+6 ט’’ו e 9+7 טייז.
Per quanto, a primo acchito, la ghematriah possa risultare un po’ macchinosa, non vi scoraggiate, quando avrete capito il meccanismo, non potrete farne più a meno e comincerete a vedere il mondo sotto forma di lettere, trovando corrispondenze e analogie. Per chi fosse interessato ad approfondire, il rabbino Ariel Ben Nun ha dedicato tre volumi alla ghematriah.
Il valore numerico delle lettere
Di seguito il valore numero per ogni lettera dell’alfabeto ebraico. Attenzione: le lettere scritte nella forma finale “sofit” sono uguali a quelle nella forma originaria. Ad esempio la Kaf e la Khaf o la Khaf finale (sofit). Per l’alfabeto ebraico vi rimando (QUI).
א 1 (Aleph)
ב 2 (Bet)
ג 3 (Ghimel)
ד 4 (Dalet)
ה 5 (He)
ו 6 (Vav)
ז 7 (Zayn)
ח 8 (Khet)
ט 9 (Tet)
י 10 (Yod)
כ 20 (Kaf)
ל 30 (Lamed)
מ 40 (Mem)
נ 50 (Nun)
ס 60 (Samekh)
ע 70 (‘Ayin)
פ 80 (Pe)
צ 90 (Tzàde)
ק 100 (Qof)
ר 200 (Resh)
ש 300 (Shin)
ת 400 (Tav)